Il Conflitto Ucraina-Russia e le ripercussioni sul comparto Moda italiano ed europeo

Il Conflitto Ucraina-Russia e le ripercussioni sul comparto Moda italiano ed europeo


Ucraina Russia: Quali sono le ripercussioni della guerra sul comparto produttivo della moda europea ed italiana? I numeri e le preoccupazioni per il futuro.

La crescente preoccupazione derivata dall'aprirsi del conflitto tra Russia ed Ucraina e l'inasprirsi dei prezzi nel comparto energia, stanno mettendo in seria crisi la continuità produttiva di molte imprese in Europa ed in Italia. Anche Il settore moda e tessile sconta questa terribile crisi nell'immediato avviandosi verso una crescente incertezza per prossimo futuro.

Sin dalla scorsa estate tutto il comparto industriale europeo, ha assistito ad un pericoloso aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità, senza contare che si sta ancora scontando l'effetto Covid 19 degli ultimi 2 anni.

Secondo Reuters, lo scorso anno i prezzi di riferimento del gas europeo presso l'hub olandese TTF sono aumentati del 330%, mentre i contratti di riferimento per l'energia tedesca e francese sono più che raddoppiati. Oltre agli industriali del tessile, chi sta scontando prezzi ancora più alti sono i marchi e le catene di vendita che si trovano ad affrontare sfide enormi: sia per coloro che vendono in Russia, sia per le catene di approvvigionamento.

"Nel 2021, l'Unione Europea ha esportato in Russia capi di abbigliamento per un valore di 2,34 miliardi di euro, pari al 7,60% delle esportazioni totali della filiera europea. “Contrariamente all'immagine che la Russia e i suoi miliardari potrebbero trasmettere, la Russia non pesa molto sulle nostre esportazioni di lusso”, sottolinea Gildas Minvielle, direttore dell'Osservatorio Economico dell'IFM, il quale sottolinea, tuttavia, che “la situazione del mercato russo potrebbe indebolire l'industria italiana, che da sola genera quasi un terzo delle esportazioni di abbigliamento nel Paese”. Sul versante tessile, la Russia capta il 3,7% delle esportazioni europee, con 860 milioni di euro." (fonte: Fashionnetwork.com)

Inoltre, abbiamo una crescente preoccupazione per la contrazione dei consumi che già dalla fine di febbraio ha marcato un significativo calo. Il clima è ansiogeno e l'accenno frequente alla Terza Guerra Mondiale, non potrà di certo giovare ad una ripresa dei consumi a livello pre-Covid. 
Le associazioni d'Impresa dei comparti del Sistema Moda Italia e Assocalzaturifici, insieme ai sindacati hanno redatto un documento per avviare un incontro urgente con il Ministro del Lavoro, nel quale individuano due specifiche situazioni di crisi dove si deve intervenire: 
  • per i produttori che nelle loro fasi produttive impiegano fortemente l'energia derivante da gas ed elettrica;
  • per le aziende che esportano una parte significativa dei prodotti finiti in Russia e nei Paesi limitrofi.
Sottolineano che in ambo i casi, a patire maggiormente sono le PMI, poichè le grandi aziende sono normalmente, maggiormente diversificate sia per la tipologia di lavorazione, sia per la diversificazione nei mercati di sbocco. 
Ricordiamo che nel mix energetico italiano, il gas naturale ha una quota del 42,5% e che risulta tra i paesi europei uno dei maggiori esposti ai rincari ed alle eventuali ulteriori sanzioni di embargo minacciate nei confronti della Russia. 
A rincarare le dosi di pessimismo, Confesercenti ha appena redatto un report che esamina i due anni di Covid e l'aggravarsi della situazione economica a causa del conflitto Russia-Ucraina:
 

"A due anni dall’inizio della crisi innescata dal Covid19 – i cui danni sono ancora da recuperare – una nuova emergenza sta investendo la nostra economia. L’effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia infatti di portare già nel 2022 il tasso di inflazione all’8%: un livello che in Italia non si vedeva dagli anni ’80 e che potrebbe costarci quest’anno 26,1 miliardi di euro in minori consumi e una riduzione di 41,3 miliardi dell’aumento previsto del prodotto interno lordo." (Fonte: Confesercenti.it)

Per l'anno in corso:

"la crescita del Pil nel 2022 passerebbe dai +61,5 miliardi previsti (+3,7% sul 2021) a +20,2 miliardi (+1,2%), quella dei consumi dai +35,9 miliardi di euro inizialmente previsti ad appena +9,8 miliardi. Un rallentamento che rimanda a data da destinarsi il ritorno ai livelli pre-covid: il Pil, alla fine di quest’anno, resterebbe ancora 52 miliardi sotto i valori del 2019, mentre il gap dei consumi si assesterebbe a -31,5 miliardi di euro." (Fonte: Confesercenti.it)  

Per quanto concerne le misure di contrasto, l' UE sta definendo misure per ridurre la dipendenza dal gas russo (REPowerEU). Mentre il singolo stato potrà fissare i prezzi dell'elettricità al dettaglio calmierati ed introdurre tasse temporaneee sugli extraprofitti di produttori e venditori di energia, per poter poi finanziare le misure di emergenza nei confronti degli utenti. 
Viene certamente da pensare che questa crisi umanitaria ed economica, possa essere di lunga durata e che le conseguenze possano incidere notevolmente sulla tenuta sia delle PMI maggiormente esposte, sia dei negozianti ed esercenti con le spalle "non abbastanza larghe" da potersi permettere rincari così consistenti. Infatti, il report Confesercenti sottolinea che solo nel periodo Covid:

 

"La pandemia è costata il posto a quasi 325mila lavoratori indipendenti in due anni. I lavoratori dipendenti, invece, sono cresciuti in maniera abbastanza continua dal 2014 al 2020, anno in cui sono diminuiti di oltre 300mila unità, per recuperare il 50% circa delle perdite lo scorso anno."

Tuttavia, almeno dal punto di vista delle intenzioni politiche dell'UE per il prossimo futuro, tali intenti, se concretizzati, potrebbero fare da volano per una ripresa economico-sociale molto più consistente e duratura nel tempo. La comunità internazionale in maniera ferma, senza partecipare per ora direttamente al conflitto, ha varato sanzioni in modo compatto. Si spera che l' Europa possa sin da subito mettersi in linea con quelle che sono le nuove esigenze di un mercato globale completamente cambiato nei suoi asset.

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